Nobiltà : fatto pubblico o privato?

La nobiltà non titolata è una realtà che esiste a prescindere dal riconoscimento , statale , ufficiale .


Tale realtà costituisce, innanzitutto, un atto politico dell'autorità sovrana, il quale dà pubblicità a quella realtà, facendone discendere delle conseguenze giuridiche (oggi praticamente inesistenti ) :


il diritto all'uso pubblico di un titolo, onori militari, precedenze a corte, esenzioni fiscali, accesso a certe cariche ecc...


La nobiltà è sempre un atto reale e pubblico, perché è riscontrabile dal pubblico, la natura nobiliare sussiste anche se l'autorità sovrana, per i più disparati motivi, non vuole che il nobile possa accedere a quei benefici e quindi ignori o meglio non pubblicizzi tale natura, ossia non ne regoli i diritti, lo “status” e la sovranità .


Il riconoscimento ha un rilievo politico all'interno della società, è latore di un interesse particolare del sovrano ( personalità oppure stato ) che tutela il suo dominio, le sue influenze.


Un sovrano può concedere un titolo nobiliare , quindi un provvedimento “di grazia”.


L'atto sovrano “di giustizia” non è un atto costitutivo, ma è un atto ricognitivo/dichiarativo, che accerta una realtà e la sanziona ( l'approva ) dando rilievo pubblicistico (*) a quella realtà, che è già pubblica, perché la sussistenza di quello stato è sotto gli occhi di tutti, ai pari , alla nobiltà ed alla popolazione.




(*) Pubblicistico termine di derivazione giuridica, indica qualcosa che concerne il diritto pubblico ossia il diritto che regola lo stato e la sovranità.


Oggi, in Italia, dove l'autorità dello Stato non si interessa della nobiltà, non ha norme che la riconoscano in modo pubblicistico, quindi che la regolamentino e le concedano specifici onori e oneri, è sufficiente il riconoscimento pubblico (ovvero del popolo ) particolarmente in ambienti esclusivi e la consapevolezza dell'impronta del passato storico familiare per potersi ancora oggi definire nobili (come i propri avi) senza alcuna particolare differenza, perché lo “status”, non provenendo più dalla ricognizione pubblicistica della legge, ma dalla propria eredità immateriale, nonché dal riconoscimento dei pari, non necessità d'altro.


D'altra parte non può essere richiesta una “ licenza d'uso” nobiliare ad un'autorità statuaria laddove non sia attualmente prevista, tanto meno considerare ...”paranobiltà” una realtà pubblica non tutelata né riconosciuta dalla giurisprudenza nazionale, infatti dovremmo usare lo stesso metro per l'hidalguia ( nobiltà non titolata ) nel Regno di Spagna.