NOBILITAS                          PAR  INTER  PARIS

di Sergio de Mitri Valier

 

 

Per il  Dizionario TRECCANI , lo STATO è un


“  Ente dotato di potestà territoriale, che esercita tale potestà a titolo originario, in modo stabile ed effettivo e in piena indipendenza da altri enti. ”


Ciò che qualifica l'ente-stato è quindi l'esercizio della potestà.


Venendo meno la potestà, seppur ridimensionata dal Parlamento , del suo capo, ovvero il sovrano, con l'avvicendarsi di un altra potestà, repubblicana , un'altra costituzione e di un altro capo, è anche l'ente-stato che muta la sua essenza intrinseca.


Il mutamento istituzionale italiano del 1946 fu molto di più di un semplice mutamento di forma di governo, ma comprese un totale stravolgimento strutturale , la promulgazione di una nuova costituzione e la perdita di una parte di territorio, il cambiamento della sua natura, esso  mutò l'oggetto della potestà dell'ente-stato, non più il suddito ma il cittadino.


Se quindi un “ente statuario-regno” viene sostituito da un originale “ente statuario- repubblica”, il quale non riconosce e non tutela una delle istituzioni-cardine, precedentemente qualificanti: la nobiltà, tale“ente”assume semplice validità storica. Tale è la situazione venutasi a creare in Italia nel secolo XX.


Sotto questo punto di vista è opportuno sottolineare che tutte le famiglie nobili italiane, oggi non godano più valenza giuridico-funzionale ma solo storico-culturale , accomunate senza distinzione dal medesimo destino, sia quelle un tempo riconosciute e concesse dai sovrani italiani, sia quelli che ebbero ricognizione da parte di stati appartenenti al territorio italico non nazionale, stati preunitari , ordini sovrani e dinastici.

La dicotomia :


autentico / virtuale


valido / privo di valore


statuale / privato


applicata nel campo della ricognizione della nobiltà italica in Italia , considerando l'attuale diritto italiano, è fittizia perché pone discriminazioni dove vi è pieno, pacifico e totale disinteresse, analogamente non riconosciuto è ogni tipo di titolo e dignità nobiliare estera , anche in quelle nazioni dove è la nobiltà locale è tutelata.


Titoli e trattamenti che ebbero ricognizione o furono concessione dai sovrani del Regno d'Italia e quelli da differenti fons honorum, sono da porre su uno stesso livello , sia in patria sia all'estero, par inter pares, non si comprende chiaramente per quale motivo , vi è chi percepisce oggi i primi su un piano più elevato.


L'unica distinzione, che abbia giustificazione più che motivata tra famiglie un tempo appartenenti al ceto dominante o dirigente è quella tra nobiltà di fatto e nobiltà di diritto, considerando la prima, espressione di una distinzione  originata da una "fonte d'onore", tradizionalmente e pacificamente accettata , ma posteriormente non  formalmente riconosciuta , spesso a causa di  un mutato quadro politico istituzionale, la seconda, invece è espressione di famiglie che ebbero titoli e trattamenti concessi o riconosciuti, anche in epoche diverse da F.H. autentiche.


Tale prerogativa è appannaggio di fonti d'onore, sovrani o capi dinastici che ebbero o godano ininterrottamente riconoscimento da parte si stati dotati di giurisprudenza nobiliare.



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